Bruce Nauman, come legare linguaggio e Neon Art

Parliamo di Bruce Nauman, un artista difficile da circoscrivere entro un preciso movimento e che nella sua carriera ha reso l’ecletticità il proprio marchio.

Le opere di Bruce Nauman non sono schematizzabili né da un punto di vista tecnico né da uno stilistico, ha spaziato negli anni tra scultura, film, ologrammi, disegni al neon, scritte, ambienti interattivi e performance. Lo stesso si può dire dei suoi temi che variano da una riflessione sul linguaggio fino ai più recenti interessi rivolti al disagio psicologico e fisico e il modo in cui man mano li ha toccati è stato altrettanto vario.

Bruce Nauman, Good Boy Bad Boy (1985)
Bruce Nauman, Good Boy Bad Boy (1985)

Se proprio però si vuole trovare un filo conduttore nella produzione di questo artista si può dire che questo sia la provocazione, evidente sia in opere come Self Portrait as a Fountain della seconda metà degli anni ’60 di stampo decisamente dadaista, sia quando si fa più concettuale.

Il nostro interesse va proprio verso questa seconda produzione che si avvale per un lungo periodo dell’uso di neon e delle tematiche connesse al linguaggio e al mondo in cui si formano i significati. In questa fase il riferimento non è niente di meno che Ludwig Wittgenstein, teorizzatore dei giochi linguistici, a cui però si sovrappone un’immagine sgargiante e decisamente pop che difficilmente rende riconoscibile il riferimento originario.

Bruce Nauman, Self Portrait as a Fountain (1966-1967)
Bruce Nauman, Self Portrait as a Fountain (1966-1967)

I precedenti di questo artista sono molti e celebri, primo fra tutti Dan Flavin che con i propri lavori ha aperto all’utilizzo del neon come medium artistico.

L’uso di neon e di colori saturi, di moltitudini di parole e frasi disposte in file ordinate e serrate o a formare spirali ed altre forme è il modo in cui Bruce Nauman rende tangibile qualcosa che per definizione è labile e incorporeo, il linguaggio.

Bruce Nauman, The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths (1967)
Bruce Nauman, The True Artist Helps the World by Revealing Mystic Truths (1967)

Le frasi ricevono una definizione plastica e diventano visibili allo spettatore in una veste amabile e divertente che rimanda alle insegne luminose e ai mille brilluccichii dei luna park, ma allo stesso tempo spiazzano per la crudezza dei loro significati. La provocazione è evidente e allo stesso tempo celata dietro ai colori brillanti e all’accumulo visivamente vicino al mondo pubblicitario.

One Hundred Live and Die è considerato il capolavoro di Bruce Nauman. È un’opera che fa della semplicità formale e dei colori sgargianti la propria forza, è grazie a queste caratteristiche infatti che riesce ad aprire ad una riflessione e in fondo ad anche ad una certa tristezza decisamente contrastante con l’allegrezza della veste visiva superficiale.

Bruce Nauman, One Hundred Live and Die (1984)
Bruce Nauman, One Hundred Live and Die (1984)
Crediti fotografici: nytimes.com, timeout.com, zoowithoutanimals.com, artobserved.com