Klein, Antropometria (1960)

Colori saturi, come sono stati usati dai Fauves ad oggi

La fine del 1800 vide la nascita della psicoanalisi e insieme ad essa si fecero strada sperimentazioni in particolare in ambito artistico connesse all’inconscio.

 I colori furono il primo e più immediato mezzo che venne influenzato da questa rivoluzione e ben presto si staccarono dalla rigida riproduzione del reale per andare a mostrare il sentire dell’artista.

Gli espressionisti francesi proprio per i loro colori stesi puri ed estremamente accesi alla loro prima esposizioni si meritarono l’appellativo di Fauves, ossia belve, da parte di un critico rimasto sconcertato davanti a quella nuova espressione artistica totalmente lontana dai canoni tradizionali.

Matisse, Lo studio rosa (1911)
Matisse, Lo studio rosa (1911)

Le sperimentazioni procedettero e con la svolta astratta iniziata da Kandinsky i colori presero ancora maggiore importanza nell’opera dal momento che non compariva più nemmeno il mezzo figurativo e mantenere un legame con la realtà.

Le teorie sui colori e sulla loro percezione si svilupparono in maniera incredibile e sostanzialmente ogni artista ne sviluppò una propria.

C’è da sottolineare che lo stesso Kandinsky arrivò all’astrattismo dopo un’esperienza espressionista fondamentale in cui già utilizzò colori dal forte impatto antinaturalistico e ampie campiture piatte a negare la profondità spaziale.

Linea e colore acquisiscono autonomia espressiva, ad ogni colore l’artista attribuì specifiche proprietà emozionali e ad ogni accostamento un determinato effetto sull’osservatore. Non si tratta di una teoria scientifica, ma verificata e nata dalla indagine diretta e personale del pittore.

Kandinsky, Color Study (1913)
Kandinsky, Color Study (1913)

Anche nell’ambito della Bauhaus non mancarono le sperimentazioni sul colore puro e artisti come Johannes Itten e Josef Albers fecero delle loro teorie sul colore e sulla percezione argomento centrale dei loro corsi. Nell’indirizzo di semplificazione intrapreso dalla scuola i colori primari acquisirono la massima importanza e sulle loro dinamiche di interazione si concentrarono gli sforzi di molti artisti.

Albers, Omaggio al quadrato (dal 1949)
Albers, Omaggio al quadrato (dal 1949)
Manifesto pubblicitario Prunelle du Velay Liquore (anni '50)
Manifesto pubblicitario Prunelle du Velay Liquore (anni ’50)

Yves Klein nel secondo dopoguerra nell’ambito del Nouveau Réalisme portò avanti una vera e propria ossessione per i colori a cui attribuì significati mistici che andavano ben oltre la semplice realtà materica di pigmenti e leganti. Il suo percorso artistico in realtà si sviluppò in modo molto autonomo da quello del gruppo francese e lo portò a brevettare un colore blu particolarmente intenso, l’International Blue Klein, con cui creò i celebri monocromi e le antropometrie.

Il secondo dopoguerra, la nascita della grafica pubblicitaria, la diffusione della fotografia a colori e quindi del cinema a colori portarono ad ulteriori sperimentazioni e la psicologia legata alle cromie ricevette un ulteriore impulso.

Oggi tutte queste sperimentazioni e l’immenso sforzo teorico di inizio XX secolo sono state assorbite in modo più o meno consapevole dagli artisti contemporanei. Scopo dei prossimi articoli sarà testimoniare le forme più contemporanee di saturazione cromatica andandone ad indagare le ragioni che precedono la creazione artistica.

 

Crediti fotografici: bottegadarteminerva.com, culture.biografieonline.it, wassilykandinsky.net, andthenwesetonfire.blogspot.it