Jackson Pollock, Convergence (1952)

Il protagonismo del gesto in Pollock e De Kooning

Con la seconda guerra mondiale e il nazismo molti artisti europei migrarono in America alla ricerca di libertà espressiva e nuovi stimoli.

Portarono con loro tutte le teorie sull’inconscio, sull’espressione dell’io interiore e sull’agire umano istintivo che animavano il dibattito d’oltreoceano.

L’arrivo dei surrealisti e dei dadaisti venne recepito in modo estremamente originale e diede vita a quello che si potrebbe definire come il primo movimento totalmente americano.

Jackson Pollock, Numero 1 (1948)
Jackson Pollock, Numero 1 (1948)

Il secondo dopoguerra vide in America il dominio dell’espressionismo astratto e in particolare delle declinazioni dell’action painting e del color field painting.

Se la prima si caratterizza per il dominio della gestualità violenta ed istintiva, la seconda lo fa con le campiture di colore dai contorni sfumati di Rothko e con le strisce di acrilico morbide e diluite di Louis Morris.

Gli esponenti dell’action painting si distinguono per modalità espressive estremamente diverse tra loro, ma condividono la saturazione della tela con la loro forte gestualità che invade e caratterizza intere superfici generalmente di grandi dimensioni.

Jackson Pollock, Pali azzurri (1953)
Jackson Pollock, Pali azzurri (1953)

Pollock con la tecnica del dripping, sostanzialmente un modo per dipingere senza dipingere, anima le sue tele con la propria forza che non perde di potenza nemmeno una volta materializzata attraverso il medium pittorico.

Dalle opere di Pollock si coglie il movimento dell’artista mentre dipinge, si intuiscono i colori che ha utilizzato per primi e la forza che impresso in ogni singola goccia. La pittura diventa una danza e ogni gesto un segno sulla tela.

La saturazione dello spazio pittorico genera come risultato la totale inclusione dello spettatore nella dimensione creata dall’artista fatta di pura espressione non mediata neanche dalla mimesi.

Willem De Kooning, Woman I (1950)
Willem De Kooning, Woman I (1950)

Il figurativismo lacerato di De Kooning si colloca allo stesso modo nella corrente dell’action painting anche se in modo diverso dalle modalità di Pollock.

Innanzitutto De Kooning non dispone la tela a terra come fa il più giovane collega, ma la mantiene verticale e il rapporto che intrattiene con essa è più diretto. La pennellata è riconoscibile e anzi in alcuni punti pare che l’artista abbia lavorato sull’opera direttamente con le mani.

Ulteriore differenza è il permanere di una rappresentazione figurativa, per quanto primitiva e ampiamente distorta, che rimanda alle contemporanee esperienze di Dubuffet in Europa nell’ambito dell’Art Brut.

Sfondo e figure nelle opere di De Kooning però si fondono creando una visione unitaria, la stessa gestualità che domina in secondo piano invade infatti anche la parte figurativa come è evidente nella sua serie più conosciuta, Women.

Willem De Kooning, East Hampton (1952)
Willem De Kooning, East Hampton (1952)
Crediti fotografici: habituallychic.luxury, lagiostra.biz, wikiart.org