Jeff Koons, Balloon Dog (1994-2000) - Tulips (1995-2004)

Jeff Koons, l’eclettico re del pop e il gioco del consumismo

Jeff Koons è un artista americano di grandissima fama ritenuto il degno successore di Warhol ed estimatore e propulsore del mondo consumistico che ci circonda.

Il suo inconfondibile stile gli è valso un immediato successo sin dagli esordi e sue opere compaiono nelle maggiori collezioni del mondo. Un esempio? La monumentale scultura floreale Puppy e i Tulipani installati permanentemente presso il Guggenheim di Bilbao.

Jeff Koons, Puppy, Guggenheim Museum, Bilbao (1992)
Jeff Koons, Puppy, Guggenheim Museum, Bilbao (1992)

Sin dai primi lavori Jeff Koons si è concentrato sui prodotti del consumismo, sul loro aspetto luccicante, sui colori accesi, sulle forme morbide e attraenti della produzione contemporanea.

Senza ombra di dubbio è il principale esponente dell’industria culturale del nostro tempo e, senza azzardare giudizi etici, riesce con le proprie opere a ben inserirsi nei gusti di spettatori e critici.

Tutto quello che Jeff Koons crea piace, è innegabile! Il mondo che crea con le sue opere è pop puro indipendentemente dalle tecniche e dai materiali che usa.

Jeff Koons, Tulips, Guggenheim Museum, Bilbao (1995)
Jeff Koons, Tulips, Guggenheim Museum, Bilbao (1995)

A questo proposito si apre un’altra parentesi indispensabile. Le tecniche usate da Jeff Koons sono molto varie e vanno dalla scultura, alla pittura, alle installazioni, alla fotografia e al ready made e lo stesso vale per i materiali.  Usa pigmenti, plastica, gonfiabili, marmo, metalli, porcellana, specchi, resine, oggetti direttamente tratti dal quotidiano, fiori.

Attorno al 2010 la furia consumistica di Jeff Koons si è infine abbattuta anche sull’arte classica in un meccanismo, per altro già ampiamente esplorato dalla pop romana degli anni ’60, comunque ben inseribile nel discorso portato avanti dall’artista.

Più originale la serie Gazing Ball Sculptures in cui calchi in candido gesso di celebri sculture classiche interagiscono con delle sfere blu in equilibrio precario, simboli specchianti della purezza ideale.

Dialogo che tra l’altro Jeff Koons ha esteso anche alla contemporaneità inserendo un pregevole riferimento al Porta bottiglie di Duchamp del 1914.

Jeff Koons, Gazing Ball, Ariadne (2013)
Jeff Koons, Gazing Ball, Ariadne (2013)

L’ecletticità di questo artista e la sua collocazione ibrida tra arte e consumismo non ha fatto che accentuarsi con una serie di collaborazioni dal gusto estremamente pop come la creazione della copertina per l’album di Lady Gaga nel 2013.

Ultima trovata? Disegnare una serie di borse per Louis Vuitton in cui i tradizionali modelli della casa di moda trovano nuova definizione con i dipinti di Tiziano, Rubens, Leonardo e van Gogh e delle scritte dorate che riportano il marchio e il nome dell’artista che decisamente non passano inosservate.

A noi consumatori l’arduo giudizio.

Jeff Koons, Collezione Masters per Louis Vuitton, Rubens (2017)
Jeff Koons, Collezione Masters per Louis Vuitton, Rubens (2017)
Jeff Koons, Collezione Masters per Louis Vuitton, Leonardo da Vinci (2017)
Jeff Koons, Collezione Masters per Louis Vuitton, Leonardo da Vinci (2017)
Crediti fotografici: guggenheim-bilbao.eus, publicdelivery.org, darsmagazine.it, louisvuitton.com