Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013

Lara Almarcegui. Accumuli alla Biennale del 2013

La Biennale d’arte di Venezia è iniziata settimana scorsa e quindi è imprescindibile per l’occasione rispolverare qualche successo dalle passate edizioni.

Oggi parleremo in particolare dell’artista spagnola Lara Almarcegui che in occasione della Biennale del 2013 ha deciso di riflettere sulle materie prime che fondano anche la più moderna industria e che ciclicamente vengono distrutte.

Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013
Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013

La sua opere consisteva nella totale saturazione dello spazio espositivo con i materiali di scarto provenienti dalla discarica storica di Venezia divisi per tipologie in alti mucchi che parevano poter crollare da un momento all’altro. Ruolo centrale era anche quello attribuito al forte odore sprigionato da questi resti che subito dava una chiara idea della loro provenienza.

Questi materiali erano tutti naturali e quotidianamente impiegati nella costruzione ad esempio delle nostre città, si trattava infatti soprattutto di legno, pietra, vetro, mattoni, segatura e scarti metallici. Lara Almarcegui voleva con questo gesto provocatorio e altamente significativo spingere il pubblico a riflettere su ciò che ci circonda.

Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013
Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013

La sala centrale del padiglione spagnolo della Biennale del 2013 era quindi sostanzialmente inaccessibile tanto il cumulo di macerie era elevato. I visitatori potevano effettivamente accedere soltanto alle stanze gravitanti attorno a quella centrale ed irraggiungibile nonostante al loro interno trovassero spazio ulteriori mucchi di materiali di scarto, anche se di minori dimensioni.

Il tema della Biennale nel 2013 era il Palazzo Enciclopedico con riferimento al progetto brevettato nel 1955 dall’artista italiano Maurino Auriti di un museo che potesse ospitare tutto il sapere umano. Il curatore dell’evento Massimiliano Gioni presentava con queste parole il tema da lui scelto:

“il sogno di una conoscenza universale e totalizzante attraversa la storia dell’arte e dell’umanità e accumuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti visionari che hanno cercato, spesso invano, di costruire un’immagine del mondo capace di sintetizzarne l’infinita varietà e ricchezza.”

Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013
Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013

In questo senso l’opera di Lara Almarcegui si pone in perfetta sintonia con il tema dando ordine a qualcosa che per sua stessa definizione è confusionario e accatastato, il materiale di una discarica.

Quella dell’artista non vuole però essere una critica fine a se stessa, dalle sue parole si evince infatti che momenti centrali nella vita di questi materiali sono il riuso e la trasformazione in altri materiali che verranno nuovamente impiegati nella nostra quotidianità. Un esempio? A Venezia le macerie delle demolizioni vengono triturate per essere trasformate in ghiaia e quindi reimpiegate.

Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013
Lara Almarcegui, Padiglione Spagnolo, Biennale di Venezia, 2013
Crediti fotografici: moussemagazine.it