Evangeliario di Durrow, carpet page (680)

L’horror vacui nella miniatura alto medievale

Nell’antichità il periodo classico rappresenta un intervallo in cui al linearismo, alla stilizzazione e alla saturazione dello spazio si sostituisce il naturalismo.

L’età medievale perde la profondità classica e tende alla linearità e all’horror vacui, ma sarebbe sbagliato intendere tutto ciò come una perdita di qualità e ne sono esempio gli evangeliari miniati in questi secoli nei sempre più numerosi monasteri europei.

Evangeliario di Lindisfarne, carpet page (698-721)
Evangeliario di Lindisfarne, carpet page (698-721)

Si rende qui necessaria una premessa. Esistono infatti tre tradizioni della miniatura ognuna con specifiche caratteristiche: la miniatura orientale, la miniatura romana che risente della tradizione classica e tende a rappresentare paesaggi e scene naturalistiche e infine la tradizione insulare a cui dedichiamo questo articolo.

Quest’ultima nasce in Irlanda, una zona fortemente cristianizzata e allo stesso tempo strettamente legata alla tradizione celtica fatta di bidimensionalità, gusto per il linearismo, l’intreccio e, inutile dirlo, per l’horror vacui.

Evangeliario di Lichfield, carpet page (VIII secolo)
Evangeliario di Lichfield, carpet page (VIII secolo)

Con l’opera di evangelizzazione che vedeva la nascita di numerosi monasteri si creò una forte richiesta di scritti per le funzioni religiose, fu così che vennero miniati stupendi evangeliari da monaci che vi dedicarono anche tutta la vita.

I miniatori per i motivi delle proprie opere attinsero al repertorio di intrecci ed elementi geometrici dell’oreficeria di cui ci restano ampie testimonianze grazie in particolare agli scavi archeologici di Sutton Hoo in Irlanda.

Fermaglio per spalla, Sutton Hoo (Irlanda, VII secolo)
Fermaglio per spalla, Sutton Hoo (Irlanda, VII secolo)

Il gusto per la linea è tale che negli evangeliari i monaci vi dedicavano intere pagine prive di testo e dette carpet page proprio per i motivi che vi venivano disegnati. L’evangeliario di Durrow e il più tardo evangeliario di Lichfield presentano numerosi esempi di questo tipo di grandissima finezza oltre che indiscutibile qualità.

Caso unico è quello dell’Evangeliario di Lindisfarne miniato in un’isola a est del Regno Unito dal monaco Eadfrith tra il 698 e il 721 d.C.

In questo scritto infatti la tradizione insulare della bidimensionalità si esprime appieno nelle carpet pages, ma affianco alla saturazione della linea di queste parti si pongono delle miniature che cercano di risolvere questioni prospettiche e di plasticità delle figure. Questi tentativi di spazialità, per quanto embrionali, indicano un contatto tra Roma e le sue miniature e il lontano monastero anglosassone.

Evangeliario di Lindisfarne, carpet page (698-721)
Evangeliario di Lindisfarne, carpet page (698-721)
Crediti fotografici: eccentricbliss.com, pbslearningmedia.org, britishmuseum.org, fyms.de