Liz West, Our Colour, Biennale, Bristol (2016)

Liz West. Sperimentazioni cromatiche sul coinvolgimento

Liz West è un’artista britannica concentrata sulla relazione tra ambienti, colore e luce e suo fine altro non è che accentuare le risposte sensoriali degli spettatori.

Le opere di questa artista spesso nascono proprio dai luoghi in cui devono essere inserite e dalla disponibilità di luce, i mezzi che utilizza si adattano a loro volta a questi fattori in modo che il risultato sia il più coinvolgente possibile.

Liz West, Difference is Important (2012)
Liz West, Difference is Important (2012)

In molti casi per rendere gli effetti di luci e colori Liz West si avvale di specchi, materiali traslucidi o gelatine colorate in grado di filtrare ed indirizzare i raggi luminosi, indipendentemente dal fatto che siano naturali o artificiali.

Anche la dimensione del suo intervento si adatta in base agli elementi con cui deve entrare in relazione dal momento che sarà poi la luce vera e propria ad espandersi nello spazio e non la parte propriamente materiale dell’opera.

Liz West, Autumn Lights, Little Moreton Hall, Inghilterra (2016)
Liz West, Autumn Lights, Little Moreton Hall, Inghilterra (2016)

La luce nelle installazioni di Liz West infatti diventa un espediente fisico che invade lo spazio obbligando il pubblico ad entrarci in relazione in modo diretto. La risposta del visitatore è ciò che realmente interessa all’artista, centrale infatti è la risposta psicologica del singolo in una situazione atipica e stimolato in modo inconsueto rispetto alla quotidianità.

I diversi colori assunti dalla luce allo stesso modo spingono verso risposte psicologiche specifiche determinate dalla stretta relazione esistente tra uomo e percezione cromatica e giocando inoltre sulla imprescindibilità della luce ai fini della percezione del colore.

Liz West, Through No.3, Crown Square, Spinningfields (2015)
Liz West, Through No.3, Crown Square, Spinningfields (2015)

Our Colour, l’installazione realizzata da Liz West in occasione della Biennale di Bristol, consiste appunto nel ricreare un arcobaleno all’interno di un edificio percorribile dai visitatori. Il punto di riferimento altro non può essere che Your Rainbow Panorama di Olafur Eliasson, ma in questo caso lo sguardo dell’artista e così del visitatore non si concentra sull’esterno, ma sullo spazio interno in cui si manifestano le reazioni delle persone.

Tutti i sensi del pubblico vengono coinvolti in modo totale nell’istallazione grazie alla brillantezza dei colori resi pervasivi grazie alla luce che filtra attraverso gelatine di tutti i colori dell’arcobaleno.

Liz West, Our Colour, Biennale, Bristol (2016)
Liz West, Our Colour, Biennale, Bristol (2016)

In altri casi Liz West ha cercato lo stesso coinvolgimento e la stessa saturazione cromatica in modi più vicini alle sperimentazioni minimaliste del padre della Light Art, Dan Flavin. Opere come Our Spectral Vision e Complementary Afterimage in cui vi è l’uso di tubi led dimostrano il debito e allo stesso tempo la libertà con cui l’artista si approccia alle sperimentazioni passate.

Liz West, Our Spectral Vision, Natural History Museum, Londra (2016)
Liz West, Our Spectral Vision, Natural History Museum, Londra (2016)

Complementary Afterimage in particolare fa riferimento alla legge dei complementari di Johannes Itten, insegnante della Bauhaus e artista che dagli anni ’20 in poi si è dedicato alla definizione di una teoria dei colori complessa e articolata.

In quest’opera infatti Liz West espone due pannelli con tubi led di colori primari, fissandone uno alla volta e poi distogliendo gli occhi allo spettatore verrà automaticamente in mente il colore complementare (quindi nel caso del rosso il verde e nel caso del blu l’arancione).

Liz West, Complementary Afterimage (2015)
Liz West, Complementary Afterimage (2015)

Per altre opere di questa artista visitate il suo sito personale.

 

Crediti fotografici: http://www.liz-west.com