Cosa accomuna due movimenti artistici divisi da un oceano e che adottano mezzi espressivi, stili e linguaggi completamente diversi tra loro?
Il Nouveau Réalisme è nato in Francia mentre la Pop Art è una corrente artistica tutta americana, il Nouveau Réalisme ha una definizione che si potrebbe definire sporca e dalla quale emerge il segno dell’usura mentre al contrario la Pop Art si caratterizza per i colori sgargianti e l’effetto patinato.
Entrambe le correnti artistiche partono però dalla stessa base, il prodotto industriale.
Fondamentale differenza è il mondo in cui si rapportano ad esso. Gli artisti francesi infatti non idolatrano la produzione in serie e anzi avvertono una sorta di pericolo provenire da questa, ne capiscono l’innovazione e pur non formulando condanne verso di questa mantengono un atteggiamento guardingo che li porta a cercare di controllare e limitare gli oggetti ormai dilaganti nella vita quotidiana.
Su questa strada si inseriscono le Poubelles (accumulazioni di immondizia) di Arman, le compressioni di César e certamente anche i tavoli riccamente imbanditi, ma già consumati, di Spoerri.
Una famosa serie di Arman è costituita dal ricco corpus delle accumulazioni, cioè una serie di opere in cui l’artista presenta ripetuto uno stesso oggetto tratto dal reale innumerevoli volte in modo da spingere lo spettatore a riflettervi.
Sul versante opposto dell’oceano Atlantico gli artisti americani, primo fra tutti l’inflazionato Andy Warhol, si muovono su una linea di pensiero totalmente opposta. La Pop Art esalta il consumo e gli oggetti della nuova industria caratterizzati da grafiche sgargianti e accattivanti, i suoi colori sono quelli della pubblicità e i suoi soggetti quelli della quotidianità nuova e accessibile alle masse.
L’economia ruggente di quegli anni fa dell’America il motore propulsore di questo movimento e in campo artistico vengono direttamente impiegati i mezzi della produzione in serie per la creazione delle opere. Sia Andy Warhol che Roy Lichtenstein fanno ampio uso della serigrafia e gli immensi dipinti di Rosenquist non possono che ricordare il mondo della pubblicità.
La Coca Cola, Marylin Monroe, Mao, la minestra Campbell e i fumetti sono tutti messi su uno stesso piano, sono tutte icone unite dal loro potere sulle masse.
Nella contemporaneità molti artisti vengono uniformemente e forse con un po’ di leggerezza incasellati tra le file della New Pop Art e altrettanti hanno invece intrapreso una strada di sensibilizzazione che li porta ad indagare il mondo dell’ecologia e del riciclo. I primi sono accomunati da un senso di maggiore leggerezza mentre i secondi sono animati da una volontà di indagine e di denuncia.
Nei prossimi articoli ricercheremo proprio questi caratteri e come gli artisti abbiano fatto evolvere la loro relazione con il consumismo.