Katharina Grosse, Rockaway!, Fort Tilden, New York (2016)

Spruzzi e macchie di colore nelle opere di Katharina Grosse

Katharina Grosse è un’artista tedesca che esplora le possibilità del medium pittorico bidimensionale e astratto quando inserito nella tridimensionalità.

Il colore ha un ruolo di rilievo nelle sue opere che infatti sono animate da cromie allo stesso tempo accese e sfumate. Il colore invade totalmente gli spazi sia che siano gallerie o architetture abbandonate che attraverso il suo lavoro ritrovano una nuova specificità.

Ecco quindi un’intervista che Katharina Grosse ha rilasciato a gennaio 2017 al Time Out New York e tradotta per voi in italiano.

Katharina Grosse, Wunderblock, Nasher Sculpture Center, Dallas (2013)
Katharina Grosse, Wunderblock, Nasher Sculpture Center, Dallas (2013)

Pensi di essere una pittrice, una scultrice o un’artista di installazioni?

Sono una pittrice. Mi interessa lo spazio generato dall’immagine dipinta e come possa apparire in qualsiasi tipo di campo esistente, sia l’architettura che le situazioni mondane della vita quotidiana. Per me, la pittura non è limitata a una tela o a un muro.

Come funziona il tuo studio in studio? È diverso dal lavoro all’aperto?

Quando lavoro in pubblico ho solo una certa quantità di tempo e spazio. Lavoro per tutto il tempo necessario per finire il progetto. Quando lavoro sulle tele nel mio studio invece posso fermarmi e tornare dopo un mese, ad esempio. È più autonomo.

Katharina Grosse, One Floor Up More Highly, MASS MoCA (2010)
Katharina Grosse, One Floor Up More Highly, MASS MoCA (2010)

Parliamo ora della tua più recente opera d’arte pubblica per l’edizione di Rockaway! per cui hai dipinto un edificio abbandonato a Fort Tilden e la sabbia attorno ad esso. Qual è stata la sfida più grande durante la creazione?

La parte più difficile è stata occuparsi del rapporto tra l’edificio, la spiaggia e il cielo. Volevo che il dipinto si muovesse su superfici diverse e diluisse i confini tra di loro.

Hai usato un sacco di arancione e magenta in questa occasione. Volevi trovare una corrispondenza con il cielo al tramonto?

Lo si potrebbe associare a questo. D’altra parte però non è l’esatta mimesi di un tramonto, il magenta che ho usato è molto artificiale. Quindi sarebbe meglio dire che il dipinto ripropone un’immagine, il sole che tramonta, e allo stesso tempo la sua frammentazione. Era più un riferito alla storia della pittura astratta.

Katharina Grosse nel suo studio, Berlino (2016)
Katharina Grosse nel suo studio, Berlino (2016)

Parlando di questo, i tuoi nuovi quadri mi ricordano gli espressionisti astratti. Qualcuno di loro ti ha influenzato?

Recentemente ho visto l’opera Pali Azzurri di Jackson Pollock ed è stato incredibile. Ma non c’è un singolo artista che trovo importante. Trovo affascinanti gli affreschi rinascimentali. Non faccio alcuna distinzione tra loro, sono come giocatori di calcio che si dividono il campo.

Sei anche un surfista. Questo influisce sul tuo lavoro?

Un po’. Se state navigando o pitturando, la situazione cambia da un minuto all’altro. È necessario adattarsi al momento agendo e pensando allo stesso tempo.

Paul Laster, Time Out New York

Katharina Grosse, Just the Two of Us, Metrotech Commons Plaza, Brooklyn (2013-2014)
Katharina Grosse, Just the Two of Us, Metrotech Commons Plaza, Brooklyn (2013-2014)

 

Crediti fotografici: arte.sky.it, contemporaryartdaily.com, wmagazine.com, architecturaldigest.com