Tomoko Nagao è un’artista giapponese residente da diversi anni in Italia e massima esponente della corrente stilistica Micropop nel nostro paese.
Il termine Micropop fa riferimento ad una specifica attitudine o meglio ancora ad un approccio alla vita che determina un’estetica volta alla combinazione di frammenti provenienti da diversi contesti contemporanei senza che vi sia alcuna riflessione morale o riferimento a ideologie maggiore.
Il Micro pop infatti deriva dal movimento postmoderno giapponese Superflat a cui ha dato vita l’artista Takashi Murakami sotto l’influenza di manga e anime e di tutta quella cultura giapponese dominante a seguito della seconda guerra mondiale basata su prodotti di consumo e riferimenti sessuali molto diretti.
Tomoko Nagao nelle proprie opere dimostra l’assimilazione dell’estetica che le deriva dalla precedente generazione di artisti giapponesi legati al Superflat e allo stesso tempo ne rielabora le modalità scoprendo un linguaggio artistico nuovo.
Nella propria produzione l’artista reinterpreta in chiave kawaii le opere della tradizione occidentale e orientale invadendole di prodotti di consumo con cui ogni giorno veniamo bombardati attraverso pubblicità e cartellonistica.
L’estetica kawaii, ossia la resa in termini carini e amorevoli di ogni elemento rappresentato, contribuisce ad alleggerire i termini del discorso portato avanti dall’artista. Il lavoro di Tomoko Nagao infatti non è mosso da una volontà di denuncia nei confronti della società consumistica contemporanea, si limita a ritrarla in tutta la sua esuberanza.
Esempio perfetto di kawaii è la versione in rosa dell’Onda di Hokusai in cui appare un esercito di faccine sorridenti e dalle tonalità pastello.
Le tecniche di cui si avvale Tomoko Nagao spaziano dal tradizionale olio su tela, all’utilizzo di stencil e infine alla grafica vettoriale con cui crea le sue opere più celebri. Quest’ultimo metodo le permette una resa ancora più vicina a quella del mondo pubblicitario e di conferire alle sue opere una patinatura estremamente artificiale e difficilmente riconducibile alla mano dell’artista.
La Grande onda di Kanagawa di Hokusai, opera iconica della cultura giapponese, attraverso gli occhi di Tomoko Nagao assomiglia improvvisamente alla versione carina del Pacific Trash Vortex e così La libertà che guida il popolo di Delacroix al posto di esaltare lo spirito della rivoluzione, celebra Chanel n°5 e le principesse Disney.
Stesso trattamento viene riservato alle opere più celebri degli artisti italiani e non che hanno fatto la storia dell’arte moderna come Botticelli, Caravaggio, Leonardo da Vinci, Velazquez e Tiziano.