Joana Vasconcelos, Contamination, Versailles (2012)

Joana Vasconcelos. Invasione di quotidianità e femminilità

Joana Vasconcelos è un’artista portoghese conosciuta in tutto il mondo grazie alla sua opera A Noiva (La sposa) presentata alla Biennale di Venezia nel 2005.

Questa prima opera che le ha donato la celebrità a livello internazionale rappresenta appieno la sua pratica artistica e consiste nella decontestualizzazione di un oggetto dal grande utilizzo, ma di cui raramente si sente parlare: l’assorbente.

A Noiva infatti altro non è che un enorme lampadario con pendenti di quelli che di solito si vedono nei palazzi reali e che, al posto delle classiche e sfavillanti gocce di cristallo, è stato realizzato con un esercito di tamponi OB minuziosamente legati tra loro.

Joana Vasconcelos, A Noiva (2005)
Joana Vasconcelos, A Noiva (2005)
Joana Vasconcelos, A Noiva, dettaglio (2005)
Joana Vasconcelos, A Noiva, dettaglio (2005)

Centrale nel discorso portato avanti da Joana Vasconcelos è quindi la volontà di denunciare le dinamiche distorte della società contemporanea attraverso i suoi stessi prodotti.

Nelle sue opere è infatti frequente l’accumulo e il riutilizzo di oggetti e materiali quotidiani reinterpretati e che grazie al suo intervento ricevono una nuova identità. Spesso inoltre l’artista fa riferimento al mondo femminile, alla cultura locale e al mondo portoghese fatto di tradizioni tramandate da tempo immemore.

Joana Vasconcelos, Gardes, Versailles (2012)
Joana Vasconcelos, Gardes, Versailles (2012)

Tra i lavori di Joana Vasconcelos infatti non è raro imbattersi in elementi di maglieria o realizzati all’uncinetto. Gli interventi monumentali di questa artista finiscono per contrastare con l’ideologia comune che vede pratiche come il lavoro a maglia confinate in un ambito domestico o al massimo artigianale.

Contamination, una serie di opere portata avanti a partire dal 2008, è formata da complessi intrichi di forme organiche in scala gigante realizzate con oggetti trovati casualmente e parti realizzate a mano all’uncinetto o a maglia che in modo parassitario vanno ad invadere spazi espositivi e non solo.

Joana Vasconcelos, Contamination, Palazzo Grassi, Venezia (2011)
Joana Vasconcelos, Contamination, Palazzo Grassi, Venezia (2011)
Joana Vasconcelos, Contamination, Palazzo Grassi, Venezia (2011)
Joana Vasconcelos, Contamination, Palazzo Grassi, Venezia (2011)

Le opere di questa artista sono pervasive, conquistano lo spazio e lo dominano portando all’attenzione dello spettatore oggetti che, pur in una dinamica di accumulo, trovano nuova e più forte voce. Si potrebbe persino cogliere dell’umorismo nelle scelte di materiali, tecniche e scale di Joana Vasconcelos.

Nel 2012, in occasione della mostra personale dell’artista a Versailles, le varie opere hanno trovato una collocazione incredibilmente centrata con lo stile rococò del palazzo. Tutti i lavori della Vasconcelos nascondono un intento che si potrebbe definire sociale, ma si mostrano in modo leggero e svolazzante fatto di riccioli e libertà nello sviluppo entro lo spazio.

La Golden Valkyrie sembra fatta apposta per gli spazi di Versailles e, nonostante la sua mole non trascurabile, rischia quasi di passare inosservata tra stucchi dorati e colonnato classico.

Joana Vaconcelos, Golden Valkyrie, Versailles (2012)
Joana Vaconcelos, Golden Valkyrie, Versailles (2012)
Crediti fotografici: domusweb.it, viadellebelledonne.wordpress.com, joanavasconcelos.com