Charles Pétillon è un artista e fotografo francese specializzato nella creazione di installazioni invasive esclusivamente con palloncini bianchi in lattice.
L’opera di questo artista parte da qualcosa di divertente e generalmente colorato, associabile a occasioni di festa e ai compleanni per poi creare una riflessione e portare all’attenzione dello spettatore elementi che altrimenti passerebbero inosservati.
I palloncini, di vare dimensioni e bianchi, vengono legati tra loro dall’artista e dal suo team con delle impalcature metalliche flessibili e portati nel luogo preposto per l’installazione. È proprio quest’ultimo elemento a dare carattere all’opera che così acquisisce diverse valenze.
La serie più interessante di Charles Pétillon è l’Invasion Project, ossia la documentazione fotografica delle strutture organiche in palloncini che invadono e saturano totalmente lo spazio a disposizione. Massima espressione di questa iniziativa è stata Heartbeat che ha avuto luogo tra agosto e settembre 2015 nei mercati londinesi di Covent Garden.
La copertura dell’edificio ottocentesco in ferro e vetro è stata infatti totalmente nascosta alla vista dei frequentatori del luogo con 100 mila palloncini che, per coinvolgere maggiormente gli spettatori e farli sembrare vivi, sono stati retroilluminati da una luce calda che desse profondità ed effetti chiaroscurali.
L’Invasion Project ha però trovato casa anche in luoghi decisamente meno monumentali, ma comunque significativi. Tutta una parte del progetto ha infatti invaso spazi più intimi che si connettono al ricordo di ognuno, ma in modo sempre personale e diverso.
Un esempio? L’installazione Souvenirs de Famille, una casa vecchio stampo che potrebbe essere quella dei nonni o della propria infanzia. I palloncini la invadono totalmente fuoriuscendo da porte e finestre così come la invadono i ricordi delle persone che l’hanno abitata e di tutti coloro che vi proiettano una propria esperienza.
I palloncini di Charles Pétillon quest’anno sono arrivati fino in Cina. In una galleria di Shanghai hanno dato vita al “vortice della vita eterna” in uno spazio di 1 km quadrato in cui i visitatori potessero perdersi risucchiati dal movimento elicoidale dell’installazione aerea.
Quello che era iniziato come un progetto fotografico ha quindi infine trovato una sua dimensione performativa e di coinvolgimento reale e tangibile di persone.
