Carsten Holler, Y (2003), dettaglio, Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)

L’arte è un luna park! L’approccio di Carsten Holler

Carsten Holler è un artista tedesco che basa la propria produzione artistica sull’indagine dei concetti di intrattenimento ed esperienza umana.

Fulcro delle opere di questo artista è la volontà di mettere in discussione non solo la percezione tradizionale che si ha dell’arte, ma il modo stesso in cui se ne fa esperienza. Anche i concetti di museo e mostra mutano in relazione a ciò che Carsten Holler decide di esporvi.

Carsten Holler, Aquarium (1996), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)
Carsten Holler, Aquarium (1996), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)

Lo spettatore è infatti chiamato a farsi parte attiva dell’esposizione e anzi, sono proprio lo spaesamento e la condizione extra ordinaria in cui è posto a costituire la chiave esperienziale che da significato a quanto si vede.

Il concetto di opera d’arte come qualcosa di statico e finito è entrato in crisi con il secondo dopo guerra e Carsten Holler, consapevole di questo innegabile mutamento interno all’arte contemporanea, lascia che sia lo spettatore stesso a completare l’opera con la sua presenza. Il pubblico viene totalmente inglobato dalla mostra e volente o nolente ne diventa una componente irrinunciabile.

Carsten Holler, Double Carousel (2011)
Carsten Holler, Double Carousel (2011)

L’anno scorso si è tenuta Doubt, una grande mostra all’Hangar Bicocca a Milano dedicata proprio a questo artista. In questa occasione era possibile sperimentare ed entrare in contatto con tutte le opere che contraddistinguono Carsten Holler e la sua carriera, ecco quindi una veloce panoramica sui metodi con cui l’artista riesce a catturare completamente tutti i sensi del pubblico.

L’esposizione iniziava con la celebre Y, una passerella incorniciata da luci al neon e che in corrispondenza della metà si dirama in due percorsi che portavano a una parete luminosa con due porte. Il visitatore era quindi chiamato sin da subito a fare una scelta sulla strada da intraprendere per accedere alla mostra vera e propria, ovviamente la scelta era priva di conseguenze dal momento che entrambi i percorsi oltre alla porta erano gemelli e portavano allo stesso posto.

Carsten Holler, Y (2003) e Division Walls (2016), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)
Carsten Holler, Y (2003) e Division Walls (2016), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)

Lo spettatore si trovava quindi in uno stretto corridoio in metallo completamente al buio e dalle curve improvvise. Non c’era la possibilità di vedere nulla e quindi tatto e udito venivano accentuati nella speranza di non andare a sbattere contro una parete improvvisa o qualcun altro alle prese con la mancanza di luce.

Superato questo primo momento molto puro e semplice ci si trovava immersi in una molteplicità di suoni, colori e illusioni ottiche delle più varie tipologie. Tutte le opere da questo punto in poi sfidano il pubblico e lo pongono in una continua situazione di spaesamento.

Carsten Holler, Decision Corridors (2015), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)
Carsten Holler, Decision Corridors (2015), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)

Le opere Zollner Stripes, Neon elevator e Revolving doors sono state combinate in occasione di questa mostra per creare un percorso fatto di specchi rotanti, pareti con tubi al neon dalle cromie stridenti e accecanti e linee geometriche che confondono l’occhio di chi guarda.

Carsten Holler, Zollner Stripes (2001), Neon Elevator (2005) e Revolving Doors (2016), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)
Carsten Holler, Zollner Stripes (2001), Neon Elevator (2005) e Revolving Doors (2016), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)

Tra le altre numerose opere vi era anche Double Carousel, forse il lavoro più conosciuto di Carsten Holler. Due giostre coloratissime su cui ci si poteva sedere e che, al posto di andare a velocità folli come nei luna park, si muovevano placide come per coccolare lo spettatore.

Ovviamente il tutto era completato da una musica incalzante tratta dall’opera/film incompiuto Fara Fara di Carsten Holler e Mans Mansson. Insomma, una mostra e una produzione artistica totalmente dedicate al pubblico e al suo coinvolgimento.

Carsten Holler, Double Carousel (2011), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)
Carsten Holler, Double Carousel (2011), Doubt, Hangar Bicocca, Milano (2016)
Crediti fotografici: artslife.com, designcurial.com, mysailormood.wordpress.com, domusweb.it